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Le Colline Moreniche del Garda
Le Colline Moreniche del Garda10/06/2025 - Cavriana - Mantova
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Dove dormire
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A percorrere le Colline Moreniche del Garda, a soli quindici minuti d’auto da Sirmione e Desenzano, si prova un senso di pace assoluta; grazie al paesaggio dove la mano dell’uomo ha modellato con cognizione di causa: ai borghi che si rincorrono raccontando la storia con le loro architetture; alle persone che si muovono tranquille rispetto alla confusione che c’è sul lago.

Un territorio disposto ad ampi cerchi concentrici che risale a quando il Garda era ancora un enorme ghiacciaio che, poco alla volta, si è ritirato lasciando il posto a un ambiente verde, del “più bel smeraldo” per citare il mantovano Virgilio.

Ma qui ci sono stati anche i momenti più duri della guerra d’indipendenza che ha tracciato il percorso di un’Italia indipendente e ha dato vita a un senso di solidarietà super-partes con la creazione della Croce Rossa internazionale, avvenuto proprio in questi luoghi durante il Risorgimento.

Memoriale della Croce Rossa a SolferinoMemoriale della Croce Rossa a Solferino

Solferino

Il nostro viaggio inizia proprio da qui, dal Memoriale della Croce Rossa che si trova a poca distanza dalla rocca chiamata Spia d’Italia.  Fu eretto nel 1959 in memoria del Premio Nobel per la pace Jean Henry Dunant che ebbe l’idea di dar vita alla Croce Rossa dopo aver assistito al pietoso spettacolo della battaglia di Solferino che produsse 2492 morti e 12.500 feriti tra i franco-piemontesi, 3000 morti e 10.800 feriti fra gli austriaci. Nel piazzale ci sono le targhe delle più di 130 nazioni che hanno aderito via via alla Croce Rossa. Da qui, ogni 24 giugno parte una fiaccolata della pace a cui partecipano centinaia di persone. Dal Memoriale alla Rocca, costruita nel 1022, il passo è breve e vale davvero la pena di entrare e salire all’ultimo piano da cui lo sguardo spazia ovunque: dal Monte Baldo a Sirmione, dalla vicina Cavriana a tutto l’entroterra delle colline. Questo torrione di epoca medievale fu osservatorio privilegiato della battaglia del 1859, di cui troviamo evidenti tracce nella chiesa dell’Ossario che conserva molti resti dei caduti nella battaglia (1713 teschi e più di 7000 resti di scheletri). È uno spettacolo terribile e affascinante allo stesso tempo, che vale la pena di visitare perché pone diverse domande alle nostre menti. La più potente è: ancora non abbiamo capito, continuiamo a fare le guerre! Ma Solferino non è solo la battaglia. Ai piedi del torrione c’è una delle più belle piazze del territorio: Piazza Castello che, insieme al resto, è valsa il conferimento al borgo di Bandiera Arancione da pate del Touring Club Italiano, con questa motivazione: “Il valore, la varietà e la fruibilità dei numerosi monumenti uniti al contesto naturalistico delle colline moreniche e alla vivacità della località sono punti di forza importanti. Buona è anche la presenza di bacheche e pannelli informativi che permettono di avere informazioni su cosa fare e vedere sul territorio ed efficiente è la segnaletica di indicazione che permette di individuare con facilità le strutture ricettive e ristorative e gli attrattori”.

San Martino della Battaglia

Prima di visitare la torre che sovrasta tutto il paesaggio circostante, conoscevo San Martino della Battaglia solo per un particolare: era il territorio che ospitava la più piccola DOC vinicola italiana: il Tocai liquoroso, un vino che si sposa alla perfezione con i formaggi di tutto il mondo.

Quella torre dalla cui terrazza, raggiungibile con una rampa di circa 400 metri, si osserva l’intera sponda sud del Lago di Garda, il Monte Baldo, il bellissimo GardaGolf Country Club e le antiche cascine coinvolte nella battaglia risorgimentale, ospita affreschi che rievocano le tappe fondamentali del Risorgimento italiano.

Nei pressi della torre si trova, ospitato all'interno della cappella gentilizia dei conti Treccani, l’ossario che raccoglie 1.274 teschi e le ossa di 2.619 soldati dell'Armata Sarda e dell'VIII Corpo d'armata dell'Imperial regio Esercito austriaco. 

Le Colline Moreniche del Garda
Castiglione delle Stiviere Convento Santa_Maria Foto Massimo TelòCastiglione delle Stiviere Convento Santa_Maria Foto Massimo Telò

Castiglione delle Stiviere

Appena arrivati ci ha colpito uno strano monumento che raffigura un manipolo di donne: “È in ricordo delle donne di Castiglione che si presero cura delle migliaia di feriti, di entrambe le parti, delle battaglie risorgimentali, il cui coraggio fu apprezzato da Jean Henry Dunant che, grazie a loro, maturò l’idea della Croce Rossa” mi racconta Claudia Morselli, guida d’eccezione e coordinatrice dell’associazione delle Colline Moreniche del Garda di cui fanno parte undici comuni.

Castiglione è famosa per diversi motivi: è il cuore del distretto della calza, è nota per essere la “città delle fontane” perché un tempo era ricca di fontane e lavatoi, è la città che ha dato i natali a San Luigi Gonzaga, patrono mondiale della gioventù. 

Camminare per le sue vie è piacevole, sostare a lungo nella chiesa che accoglie le reliquie del santo (il teschio) ti permette di riflettere sulla vita di questi personaggi che, spinti da una fede incrollabile, lasciano tutti gli agi per stare accanto ai più bisognosi, ai giovani che hanno necessità di una guida. Morì all’età di 23 anni, nel 1591 a Roma, per aver portato a spalla un appestato fino al più vicino lazzaretto. Nel centro del paese, in Via Garibaldi 50, trova spazio il Museo Internazionale della Croce Rossa dove si possono consultare le testimonianze scritte, i libri, i documenti che ricordano la nascita e lo sviluppo del progetto. Sono visibili anche le lettighe in legno della metà dell’Ottocento e le prime ambulanze a motore del 1930.
Sulla strada che porta a Desenzano, a pochi chilometri dal paese, si arriva al piccolo Eremo della Ghisiola, un autentico luogo di riflessione e silenzio che trova il suo apice nella piccola chiesa immersa nel verde paesaggio collinare. Qui Marta Tana, madre di S. Luigi, si recava per pregare davanti all’affresco della Madonna della Rosa.

Il Convento di Santa Maria, invece, (situato a un km da Castiglione) è la ex dimora di campagna della famiglia del Santo.  La storia racconta che Luigi Gonzaga si ritirò qui, dopo che il padre tentò di proibirgli la vita religiosa. Il convento è anche un rilevante sito archeologico di epoca etrusca, periodo in cui venne fondata Castiglione. 

Cavriana
La cittadina sorge su un colle da cui si domina la vallata, e questa posizione fu particolarmente favorevole durante la seconda guerra d’indipendenza all’esercito franco-piemontese per sconfiggere definitivamente gli austriaci e dare il via al processo di libertà e unificazione dell’Italia, ma Cavriana ebbe anche tanta parte nel Rinascimento italiano per grazia, magnificenza e bellezza. Fu, infatti, con Isabella d’Este, “liberale e magnanima” come scrisse Ludovico Ariosto, che Cavriana ebbe un ruolo importante come centro culturale, d’arte e di delizia. Ne è testimonianza Villa Mirra, nel centro del paese, dove Isabella soggiornava nella sua venuta estiva a Cavriana. Le mura, di un rosso pompeiano, raccontano anche degli usi che questo edificio subì nel corso dei suoi lunghi anni. La villa, oggi di proprietà del comune, ha visto nei suoi grandi locali la presenza di Napoleone III e degli ufficiali che condussero vittoriosi le battaglie della seconda guerra d’indipendenza; ma anche la troupe, negli anni Settanta, di Paolo Pasolini che vi girò Salò o le 120 giornate di Sodoma, ultimo film del grande intellettuale. E la presenza, nel 1959, a cent’anni dalla battaglia, dei due presidenti della repubblica, italiana e francese, Giovanni Gronchi e Charles De Gaulle, venuti a ratificare il trattato d’amicizia tra i due popoli.

Cavriana è anche una Città del Vino, perché qui il vino è storia, come dimostrano i vinaccioli trovati nelle palafitte di Bande, come testimoniano gli scritti di Virgilio e le grandi cantine di Villa Mirra. Siamo nella zona a denominazione di origine controllata Colli Mantovani e i vigneti compongono il paesaggio che circonda Cavriana. 

Ma la visita, nel centro storico del paese non può esimersi dai resti del castello gonzaghesco, riportato alla luce da Giorgione Tondini e dai suoi amici che lo liberarono dai rovi in cui era ormai avvolto. 

Infine le mandorle! Cavriana è circondata dai mandorleti, ma quelli che ci hanno colpito li abbiamo visti nei pressi di un luogo magico: la Pieve di romanica di Santa Maria, da cui la vista spazia sull’anfiteatro morenico. Questo è un luogo molto amato dai cavrianesi, dove il viale costeggiato da pini e cipressi contorna uno dei posti più belli di tutta la cittadina. 

 

Le Colline Moreniche ci riservano, però, ancora molte sorprese: Castellaro Lagusello, Volta Mantovana, Ponti sul Mincio, e ancora Monzambano, Pozzolengo, Medole, Guidizzolo, Goito, Marmirolo. Ognuno con una storia particolare, con un paesaggio delicato, di cui parleremo in un secondo articolo. Promesso!!

Il Monte Baldo e il Lago di Garda visti dalle Colline MorenicheIl Monte Baldo e il Lago di Garda visti dalle Colline Moreniche