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Quando ci si arriva non sembra vero, appare all’improvviso dopo un viaggio che è sembrato lunghissimo: dalla Bosnia-Erzegovina dove abbiamo visto una Sarajevo ancora scossa dalla lunga guerra degli anni Novanta siamo scesi fino al Montenegro per approdare a Cattaro, o Kotor se vogliamo pronunciarlo in serbo-negrino.
Una città che coinvolge tutti i sensi, almeno questa è stata la sensazione che ho provato non appena ho messo i piedi per terra. Qui Venezia ha lasciato un segno indelebile. Lo avevamo già notato percorrendo le coste della Croazia e della Dalmazia, quella sponda di Mar Adriatico che possiamo definire balcanica dove l’architettura, a differenza della sponda occidentale italiana è ricca di rimandi architettonici risalenti alla Repubblica di Venezia. A Kotor tutto questo è portato all’ennesima potenza!
La città sorge in una baia, chiamata Bocche di Cattaro, che rappresenta un porto naturale, forse il più grande porto naturale d’Europa.
La storia di Kotor I primi insediamenti risalgono al periodo dell’Impero Romano, quando questi territori furono oggetto, prima di conquista poi parte integrante dell’Impero Romano d’Oriente, noto anche come impero Bizantino, che prolungò l’esistenza e la potenza dei Romani anche se la capitale non era più la Città Santa ma Costantinopoli.
Resasi indipendente nel 1392 per non soggiacere all’impero ottomano, Kotor chiese più volte di essere annessa alla Repubblica di Venezia, ma quest’ultima declinò l’invito per ben sette volte, a causa degli oneri che suddetta annessione avrebbe comportato. Fino al 1420 quando il Senato Veneziano accolse la città tra i suoi possedimenti. Fece costruire un ampio e massiccio muro di cinta in difesa degli abitanti che, ancor oggi, si può vedere tutt’intorno alla città. E vi trasferì la cultura della bellezza che, da sempre, contraddistingue Venezia lasciando un’impronta marcata negli edifici, nelle strade, nell’assetto urbano che è tuttora visibile ad ogni passo. I documenti ufficiali, gli atti pubblici, l’insegnamento erano eseguiti in italiano.
Oggi perché Kotor è così affascinante
È una sensazione! Ne respiri il fascino senza chiederti il perché, ne apprezzi la bellezza come se fosse la cosa più naturale della terra, ogni cosa ti appare come originale, persino i negozi di souvenir sembrano diversi da quelli che trovi in ogni parte del mondo, con le calamite per i frigo, con i ventagli da poco con la scritta I love Kotor.
Ma c’è anche la bellezza autentica: quella del mare azzurrissimo delle Bocche che racchiude la cittadina; quella del centro storico che si snoda in un labirinto di stradine acciottolate, palazzi antichi e chiese. E lungo il percorso decine di locali pubblici dove ti puoi fermare per il tempo che vuoi, leggendo un libro o semplicemente osservando le persone a passeggio.
La centrale Piazza della Farina è uno degli emblemi della città. Prende il nome, è scontato, dal fatto che, per decenni, su questa piazza sorgevano i magazzini per stoccare la farina. Ma Kotor è anche chiamata la città dei gatti al punto che esiste persino un Museo dei gatti; il Cats Museum è nato grazie a una ricchissima donazione di immagini, scatoline, francobolli e tanti altri oggetti lasciata al Centro Internazionale Adozione Gatti Badoer di Venezia, da parte della contessa Francesca Montereale Mantica. Da qui l’idea di un museo e Kotor è sta scelta come luogo ideale dal momento che, essendo una città portuale le navi che vi attraccano lasciano poi a terra questi mici che arrivano da ogni parte del mondo.
Oppure la Torre dell’orologio, costruita nel 1602 dal governatore veneziano Antonio Grimaldi che, da quattro secoli, scandisce la vita del borgo.
Infine il Museo Marittimo che celebra la storia marittima della città che, dalla fine del Medioevo fino al XVIII secolo, ha conosciuto la sua epoca d’oro ponendo il Montenegro come punto d’incontro tra Oriente e Occidente.
Il Mediterraneo
Ed è con il mare che chiudiamo questa concentratissima descrizione della città più bella della costa montenegrina. Quel mare che, a poca distanza, accoglie due isolette deliziose: quella di San Giorgio e quella della Madonna dello Scalpello.
L’isola di San Giorgio è un’isola naturale che prende il nome dal monastero benedettino del XII secolo dedicato a San Giorgio.
L’isola della Madonna dello Scalpello, invece, nasce artificialmente su un baluardo di rocce dove vennero affondate decine e decine di navi. L’isola fu creata dopo che su quelle rocce semisommerse fu trovata, nel 1452, un’immagine di Madonna con il Bambino. L’icona fu portata a Kotor dove scomparve per essere ritrovata sulle rocce. Gli abitanti, allora, decisero di costruirvi un santuario.
Il mare, questo Mediterraneo che, molte volte, ricordiamo soltanto quando viene alla luce un naufragio di migranti. Eppure quel Mediterraneo ci ricorda che è, per dirla citando Fernand Braudel, “mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. È un crocevia antichissimo, dove da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendone la storia”. Come questa di Kotor, città veneziana.
Che Nova
Questo locale di ispirazione italiana ha una serie di gustose opzioni tra carne, pasta, pizza e pesce. Mentre la terrazza esterna è luminosa, ariosa e confortevole, l’interno è raffinato ed elegante, fornendo la miscela perfetta per una lussuosa ma casual esperienza culinaria.
Dobrota donji put Kotor
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Casa del Mare Mediterraneo Boutique Hotel Piccolo, raffinato e situato in una posizione privilegiata nella Baia di Kotor, il 5 stelle Casa del Mare Mediterraneo offre un'esperienza di soggiorno impareggiabile. La struttura dispone di 17 tra camere e suite elegantemente arredate, un'area benessere completa di piscina interna, sale trattamenti, sauna, bagno turco e palestra attrezzata.
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