Premi INVIO per cercare o ESC per uscire
Antonio Balestra fu un importante pittore e incisore attivo nella Repubblica di Venezia. Il granduca di Toscana, Cosimo III de’ Medici, né apprezzò il talento tanto da volere il suo autoritratto per la celebre Galleria degli Uffizi. Balestra si raffigurò con una folta parrucca bianca, in linea con i canoni estetici del tempo; nella mano destra un pennello, chiaro riferimento alla sua professione, la camicia bianca e la giacca gialla, lasciando intenzionalmente il laccio blu sciolto. Il suo sguardo dolce e spontaneo, rende la consapevolezza di chi ha raggiunto una certa maturità professionale.
Nacque a Verona nel 1666 (Verona 1666 - Verona 1740) da una famiglia di mercanti. Si dedicò inizialmente agli studi letterari per poi avvicinarsi alla pittura sotto la guida di Giovanni Zeffio. In seguito approfondì la pratica artistica nella bottega veneziana di Antonio Bellucci, dove rimase per circa tre anni. Nel 1690 si trasferì a Roma da Carlo Maratti, dove ebbe modo di studiare i grandi maestri come Domenichino, Raffaello, Carracci, e Guido Reni affinando così il suo stile classico. Proseguì il suo percorso formativo a Napoli, dove si confrontò con la pittura barocca. Nel 1725 divenne membro dell’accademia di San Luca, una delle istituzioni artistiche più prestigiose, vincendo il premio per un disegno a matita dal titolo: La caduta dei giganti.
Le sue raffigurazioni riguardarono principalmente la pittura religiosa, ritrattistica e mitologica e le sue opere ammirate in Italia, Inghilterra, Danimarca, Germania e Olanda lo portarono a lavorare per gli ordini ecclesiastici ma anche per raffinati committenti privati.
Tra i numerosi capolavori realizzati dall’artista, ricordiamo L’Adorazione dei pastori, oggi conservata a Venezia, nella chiesa di San Zaccaria; Teseo scopre la spada del padre, esempio eloquente della sua capacità narrativa mitologica (Inghilterra collezione privata); e un suo dipinto, meno noto, custodito nella Pieve di Porpetto in provincia di Udine, un gioiello artistico ignorato dai percorsi turistici tradizionali che attende di essere valorizzato e riscoperto.
Teseo scopre la spada del Padre. – olio su tela – cm 287x159 collezione privata Inghilterra È un episodio ispirato alla mitologia greca: Teseo scopre la spada e i sandali del padre spostando un masso molto pesante e segue le istruzioni della madre Etra la quale indica al figlio la strada verso Atene. La scena è molto teatrale, armoniosa nei colori e nei volti dei personaggi che sono illuminati da una luce intensa quasi divina; la spada, simbolo di identità e destino è lo strumento con il quale Teseo libererà Atene dal Minotauro. Il tema del dipinto si colloca nel contesto del settecento che proponeva i miti della Grecia con lo scopo morale ed educativo.
L’adorazione dei pastori a Venezia, nella chiesa di San Zaccaria L’adorazione dei pastori è un dipinto olio su tela realizzato nel 1707, (misura 564cmx261) custodito nella chiesa di San Zaccaria a Venezia. Balestra illustra il passo del vangelo di Giovanni (8:12-20), in cui Gesù afferma: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". La prima impressione che colpisce è la forza della luminosità che proviene da Gesù. Egli è tra le braccia di Maria, ritratto come un bambino dalle forme quasi indefinite. Questa luce intensa spinge i personaggi in un semicerchio attorno al neonato creando un effetto realistico e prospettico. I pastori si avvicinano con riverenza e timore quasi abbagliati, in penombra San Giuseppe con il braccio indica il bambino mentre gli angeli fanno da coreografia e cornice a questa natività.
I sette santi fondatori dei servi di Maria – Pieve di San Vincenzo Martire a Porpetto (UD) Bonfiglio dei Monaldi, Bonagiunta Manetti, Manetto dell’Antella, Amideo degli Amidei, Uguccio degli Uguccioni, Sostegno dei Sostegni e Alessio dei Falconieri sono loro i protagonisti del dipinto che articolato con ricchi particolari rende omaggio alla storia di questi grandi uomini. Erano tutti mercanti nella Firenze del 1230 e particolarmente devoti alla Vergine Maria. Condividendo questo spirito decisero di abbandonare la vita mondana e ritirarsi a vita comunitaria sul Monte Senario alla periferia di Firenze, perseguendo la contemplazione e dedicandosi all’aiuto del prossimo. Nel 1233 fondarono l’ordine dei Servi di Maria. Furono canonizzati da Papa Leone XIII nel 1888. Balestra raffigura la Madonna avvolta in un manto rosso e blu, simbolo dell’unione tra umano e divino, che consegna l’abito religioso ai Sette Santi. Maria, con entrambe le mani, regge la veste nera e la porge a uno dei confratelli. La scena è solenne: la Vergine appare tra le nuvole, risplendendo al centro della scena, irradiata da una luce celestiale. È seduta su un carro trainato da un leone e un agnello riferimento rispettivamente alla regalità e alla passione; con lei gli angeli che la circondano e uno di loro regge la croce e la corona di spine richiamo al sacrificio del Salvatore. Sul nastro scorrono le parole mei svscipite servi — accogliete, o Servi. Gli sguardi dei Santi sono in estasi e le loro posture rivolte verso l’alto conferiscono un’intensa spiritualità alla scena, ma anche un movimento carico di contemplazione ed emozione. Balestra riesce a trasmettere la forte tensione interiore con la potenza dell’immagine che racconta la rivelazione, il momento della chiamata che accomuna questi uomini, divenuti Santi. In origine, questa pala apparteneva alla chiesa dell’Addolorata di Gradisca D’Isonzo, dove rimase fino al 1810 quando, in seguito al decreto napoleonico i frati furono costretti a chiudere il convento e ad andarsene dalla città. La chiesa venne chiusa e destinata a diventare un magazzino; gli altari laterali e le altre opere furono vendute ed è così che il dipinto giunse nella Pieve di Porpetto.
La storia della Pieve di Porpetto
La Pieve di Porpetto, consacrata nel 1753 dal vescovo di Gorizia Carlo Michele conte di Attems, fu dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio. Ma appena sette mesi dopo, un devastante incendio la ridusse in rovina. Gli abitanti, animati da profonda devozione, decisero allora non solo di ricostruirla, ma di ampliarla e donarle un’eleganza architettonica degna della sua importanza. La nuova consacrazione avvenne il 16 ottobre 1909, a cura del vescovo Zamburlini.
Un tempo circondata dall’acqua, alla quale si accedeva tramite un pontile, la pieve sorge ancora oggi in posizione sopraelevata, come a voler vegliare sul paese circostante. Un affresco sulla volta dell’abside ne conserva l’immagine originaria, assieme a rare e preziose fotografie d’epoca.
All’esterno, la facciata in stile neoclassico accoglie i visitatori con il suo imponente frontone, su cui svetta il mosaico di San Vincenzo, realizzato dalla celebre Scuola Mosaicisti di Spilimbergo.
L’interno custodisce autentici tesori: un raffinato altare policromo dedicato alla Madonna, una preziosa icona bizantina del Quattrocento e, sul soffitto, un grande dipinto che racconta con pathos il martirio di San Vincenzo.
Oggi, la Pieve è avvolta da una cornice di vegetazione rigogliosa. Nelle giornate ventose, il fruscio degli alberi accompagna il silenzio sacro del luogo con melodie sottili e misteriose. Visitare questa chiesa vale il BelViaggio perché non è solo un tuffo nella storia: è un viaggio nell’anima di un luogo, dove l’arte, la fede e la natura si incontrano con grazia silenziosa. Perché, a volte, la bellezza si nasconde proprio dove meno ce l’aspettiamo.
Là da Frutis Nel cuore della campagna di Porpetto, Là da Frutis è un agriturismo che profuma di tradizione e accoglienza genuina. Tra piatti rustici come frico, salumi artigianali e una griglia da ricordare, ogni pasto è un omaggio alla cucina friulana. L’atmosfera è conviviale qui si viene per mangiare bene e sentirsi a casa con la possibilità di comprare i prodotti di loro produzione. Via Madonna Missionaria, 8 Porpetto (UD) Tel. +39 0432 60532
La Tavernetta da Aligi Un ristorante accogliente dove la cucina segue il ritmo delle stagioni e valorizza i sapori autentici del territorio. Le ricette nascono da ingredienti locali selezionati con cura, trasformati con passione e rispetto per la tradizione. Una cucina sincera che esalta i sapori locali con creatività e rispetto. Via G. Matteotti, 16 Porpetto (UD) Tel. +39 0431 60201 clia.grop@gmail.com www.allatavernettadaaligi.com
Ristorante Pizzeria Vila de Asarta Un locale storico, punto di riferimento per chi ama la buona cucina. Propone ottime pizze cotte nel forno a legna e piatti tipici della tradizione italiana, preparati con ingredienti genuini. Un’atmosfera dove gusto e tradizione si incontrano da sempre. Via Pre Zaneto, 2 Porpetto (UD) Tel. +39 339 4268404 villadeasarta.porpetto@gmail.com www.villadeasarta.com
Nac Suites Le camere sono ispirate a un design moderno e pensate per il massimo comfort e riservatezza. Dotate di sistemi all’avanguardia per la gestione autonoma della stanza in fase di check-in e check-out. Via Garibaldi, 11 Porpetto (UD) Tel. +39 327 8486666 www.nacsuites.com
Agriturismo Braidanova Offre un ambiente dove rilassarvi e godere della tranquillità dell'aperta campagna insieme a cibi genuini e vini speciali prodotti da uve delle loro vigne. I locali sono dotati di tutti i confort. Via Madonna Missionaria, 7 Porpetto (UD) Tel. +39 0431 60025 info@braidanova.com www.braidanova.com